Censimento degli Ungulati nelle Aree Protette della Regione Basilicata

Descrizione: Alle attività dedicate al censimento degli ungulati nelle aree protette della Regione Basilicata, il CEAS Il Cielo di Indra ha contribuito realizzando un intervento educativo e informativo, a scuola, rivolto agli alunni della scuola secondaria di primo grado di Episcopia. Dopo aver introdotto l’argomento, presentato l’iniziativa regionale e parlato di aree protette, reintroduzione, ripopolamento e, ovviamente, ungulati, i ragazzi e i docenti sono stati accompagnati in località Bosco Magnano nel Comune di San Severino Lucano per un’escursione giornaliera. Il sito è stato scelto in quanto ospita un recinto di reintroduzione, un tempo del capriolo (Capreolus capreolus), oggi del cervo (Cervus elaphus). Tra i cervidi presenti in passato nell’area del Parco Nazionale del Pollino, infatti, si potevano annoverare entrambe le specie, perseguitate fino alla quasi estinzione della prima e alla scomparsa della seconda, avvenuta circa un secolo e mezzo fa. Il Parco Nazionale del Pollino, oltre ai progetti di conservazione realizzati negli anni passati sul lupo, sul capriolo, sulla lontra e sui rapaci, ha reintrodotto il cervo e il grifone. In questo caso specifico ci siamo occupati solamente degli ungulati. In tal senso l’area di Bosco Magnano è notevole in quanto al suo interno, lungo il torrente Peschiera, sono chiaramente visibili i segni di presenza del cinghiale e, al momento, si possono vedere da vicino diversi esemplari di cervo all’interno del recinto di reintroduzione e, nei dintorni, alcuni esemplari liberi. Durante l’escursione abbiamo annotato e fotografato le tracce e i segni. Più volte ci siamo fermati per permettere ai ragazzi, e ai docenti, di entrare in contatto con l’ambiente e dare delle informazioni sul luogo che stavamo attraversando. Raggiunto il recinto di reintroduzione i ragazzi hanno avuto modo di guardare da vicino una quindicina di esemplari di entrambi i sessi e di diverse età. Le attività si sono concluse in aula, dove abbiamo potuto approfondire il discorso legato alle diverse specie, ai loro comportamenti, alle opportunità e ai rischi che rappresentano, alle tracce e ai segni, e dimostrare con maggiore calma come si usa un “tracciametro” ma, soprattutto, riflettere ancora insieme sulle ragioni delle reintroduzioni e ripopolamenti. In questo senso è stato molto utile costruire insieme un “mobile”, sulla scia di artisti come Calder o Munari, con elementi naturali, e osservare come in una struttura di questo genere esiste un equilibrio che può mutare non appena uno degli elementi viene spostato, eliminato o ne viene aggiunto un altro. Il “mobile” è una struttura artistica che aiuta concretamente a capire come l’intervento su un sistema può provocare squilibri tanto più gravi quanto più l’azione è pesante e destabilizzante.

Anno: 2014

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