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Valle del Sinni

In Earth Cinema di Anish Kapoor fondamentale è il contatto con la terra, entrarvi dentro. La scultura è monumentale, introduce la relatività della dimensione umana, la dimensione fisica e storica. Importante è il concetto di profondità, esplorabile da diversi punti di vista: geologico in quanto ci riporta all’anima della terra e alle stratificazioni; storico, relativo quindi all’insediamento umano nel territorio; concettuale perché induce a un movimento partecipato che ci permette di andare a ritroso per poi tornare alla contemporaneità, rinnovati nelle conoscenze e nella consapevolezza.

Dai concetti di stratificazione e sguardo inedito siamo partiti per individuare i luoghi nodali del territorio che meglio sapessero raccontare l’interazione tra natura e uomo. I luoghi del racconto sono Latronico, Castelluccio Superiore e Viggianello.

Tre sono i livelli di narrazione: il primo rappresenta l’antico e il profondo, l’erosione morfologica e i siti preistorici; il secondo è l’uomo che si insedia, la sua interazione con la terra dalla quale scaturiscono la gastronomia, il paesaggio agricolo, i centri storici; il terzo livello è l’uomo che scopre la natura, la montagna protetta dal Parco.

Il nostro viaggio inizia da Latronico, posto a dominio di un vasto orizzonte, a 3 Km dalla Sinnica, il cui territorio ha risorse ambientali eccezionali. Protetto dalla mole rocciosa del Monte  Alpi (1.900 m) custodisce la quiete ombrosa della Fagosa, il Malboschetto, regni di animali selvatici come il lupo. Numerose le fontanelle sugli itinerari montani, da Piana fiorita a Teduri, percorsi ideali per il trekking, con panoramiche visioni su gole e burroni, e antiche cave di marmo. A valle sorgono abbondanti le sorgenti d’acqua termominerali della Calda (23° C) conosciute sin dall’antichità per le proprietà curative.

A Latronico abbiamo immaginato due itinerari ideali capaci di esaltare le peculiarità del territorio e il senso dell’opera di Anish Kapoor.

Il primo itinerario prettamente naturalistico parte da contrada Iannazzo; sotto la cava di pietra, a 980 m di quota, è possibile vedere il fossile di un istiophoridae, lungo, dal rostro alle pinne caudali, circa 235 cm, alto dalla pinna dorsale a quella ventrale circa 95 cm. Al pesce fossile si arriva per la strada SS 104.

Seguendo il sentiero si arriva a uno dei punti di osservazione più importanti, il Monte Alpi, dalle cui vette, in condizioni ottimali, è possibile osservare a ovest la costa tirrenica e le principali vette del Cilento, a nord l’alta Val d’Agri, a sud il massiccio del Pollino, a est il complesso sistema di calanchi argillosi che scendono verso il mar Ionio.

Dalle pendici del Monte Alpi, attraverso un sentiero, ci si inoltra nel cuore di Malboschetto. La faggeta, detta Fagosa dagli abitanti, si presta quale area di refrigerio durante la calura estiva, essendo la volta così fitta che solo qualche raggio di sole riesce a penetrare al suolo. Dopo aver ammirato le bellezze naturalistiche, la prima parte del percorso si conclude nel più antico nucleo abitativo di Latronico.

Il centro storico è caratterizzato da un’architettura povera, le case sono addossate le une alle altre a guisa di anfiteatro. Le strade sono tortuose e strette e solo una, via Dante Alighieri, attraversa il centro storico per l’intera lunghezza, partendo da Piazza Umberto I e giungendo sino alla Chiesa Madre di Sant’Egidio. Su via Dante si affacciano quelli che erano un tempo i più bei palazzi di Latronico, con i loro portali in pietra lavorata.

Il secondo percorso parte dalle Grotte di Calda. Le cinque grotte, site in località Calda, costituiscono una testimonianza importante per lo studio della preistoria nell’Italia Meridionale, in particolare il periodo compreso tra il Mesolitico (8000 a.C.) e l’età del Bronzo (1300 a.C.). Nella stessa località di Calda, abbiamo la possibilità di visitare tre piccoli musei che ci  permettono di fare un viaggio nella storia della civiltà latronichese. Nello specifico il Museo Civico Archeologico, il Museo del Termalismo, il Museo delle Arti dei Mestieri e della Civiltà Contadina.

Da questo punto è facile raggiungere l’importante sito delle Terme di Latronico. Dallo stabilimento termale si scende verso il Fiume Sinni, che nasce a quota 1.380 metri, dalla Serra della Giumenta, sul versante orientale del Monte Sirino.

A questo punto si possono seguire due strade:

  • nel primo caso si costeggia il fiume passando su di un ponte seguendo il sentiero che collega contrada Preti con Castelluccio Superiore, si giunge alla valle del torrente Peschiera che si segue fino ad arrivare alla località Bosco Magnano. Il torrente Peschiera è un altro punto di notevole importanza, data la ricchezza di sorgenti e piante igrofile. La vegetazione presenta una varietà di specie: Cerri, Faggi, Ontani, Pioppi. Tra le più importanti specie animali presenti la lontra, il cervo, la salamandrina dagli occhiali, il picchio verde, lo scoiattolo nero. L’area, tra il 1860/70 fu teatro di episodi cruenti legati al brigantaggio.
  • nel secondo caso la passeggiata si conclude per le vie principali e suggestive di Latronico fino ad arrivare al centro storico.

La seconda tappa del nostro viaggio ci porta in un altro paese nel cuore del Pollino, a Castelluccio Superiore. Anche in questo caso a fare da guida è l’opera di Anish Kapoor, che ci induce a un viaggio dal di dentro, attraversando le dimensione umane, fisiche e storiche.

Si inizia dalle Laure del Mercurion, grotte naturali che presentano evidenti segni di “intervento” umano, abitate intorno all’anno mille dai monaci basiliani. Per raggiungerle si percorre l’antica via romana Popilia, caratterizzata da un muro a secco.

Proseguendo sulla stessa strada si raggiunge uno dei manufatti più arditi delle ferrovie meridionali, rappresentato dalla galleria elicoidale, inserito nella tratta ferroviaria lunga 16 Km che da Prestieri conduceva a Laino (primo paese calabro).

Il nostro viaggio ci porta a scoprire il centro storico, di Castelluccio Superiore, attraversando vicoli e viuzze per giungere al primo punto di osservazione, i ruderi del Castello, dove un ampio panorama sulla valle del Mercure ci permette di avere una visuale a 360° delle vette del massiccio centrale del Pollino.

Questa parte di itinerario si conclude con la visita alle Stele, circondate da miti e leggende del mondo pagano. Leggende popolari ci raccontano che le  sette antiche pietre, di natura calcarea, disposte a mezza luna, simboleggiano una fonte d’acqua. Il mistero che avvolge le Stele e i significati che gli sono stati attribuiti nel tempo, ci fanno rivivere epoche storiche che hanno segnato il nostro territorio.

Lungo un sentiero è possibile arrivare al Santuario della Madonna del Soccorso, posto a m  1.100; da qui si raggiunge la vetta del Monte Zaccana a m 1.680, dove trova il suo habitat naturale l’imponente Pino Loricato.

Viggianello è il nostro prossimo luogo nodale, anch’esso ricco di elementi naturalistici, storici e culturali capaci di accompagnarci nella storia della nostra terra. La continuità storica di questi luoghi simboleggia anche la continuità culturale, infatti, come a Castelluccio Superiore, anche qui troviamo come primo punto d’interesse le Laure, impronta positiva e benevola del rapporto fra l’uomo e il territorio.

Risalendo verso il centro storico, attraversando le strette viuzze che permettono il passaggio unicamente pedonale, si arriva dinanzi al Castello medioevale, le cui terrazze spalancano lo sguardo verso le somme vette del massiccio centrale del Pollino.

La particolare attenzione che l’uomo ha avuto nei confronti della natura è la peculiarità  di quest’area, ricca di sorgenti come quella che ha dato il nome all’intera valle, la sorgente del Mercure, ultima tappa della nostra escursione.